Yoga & Arti Marziali

Se mi avessi detto 7 anni fa che sarei diventata un’insegnante di Yoga, avrei riso. Stavo facendo karate e volevo qualcosa di ancora più fisico e potente, quindi mi sono iscritta a un corso di Ju-Jitsu proprio per quel motivo. Pensavo che lo Yoga fosse solo per persone mistiche che facevano molte contorsioni, sedevano a lungo senza fare niente e che cantavano frasi senza senso all’infinito.

Non avrei potuto essere più fuori strada di così.

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DDPY & Sport

Il DDPY può essere un allenamento completo a se, ma può anche essere un ottimo alleato per migliorare le prestazioni quando viene combinato a uno sport.

In questo articolo parleremo quindi di DDPY e sport, un binomio poco approfondito, ma che merita la nostra attenzione.

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Fai un respiro profondo!

Con i ritmi sempre più frenetici della società del giorno d’oggi e una crisi sanitaria sulle vie respiratorie che ci stiamo lasciando alle spalle è sempre più chiaro e pressante che ci si prenda cura della propria respirazione. Noi stiamo approfondendo il tema con un corso “Il potere del respiro” con Inspire Potential per portare nei nostri corsi sempre più strumenti e conoscenze e aiutare i nostri allievi a migliorarsi e a sentirsi meglio.
Nell’occasione siamo tornati a rileggere un articolo che abbiamo scritto e pubblicato nel ormai lontano 2018. E’ bello e soddisfacente vedere che eravamo già sulla buona strada e nell’attesa di pubblicare altri articoli di approfondimento sul tema della respirazione condividiamo “Fai un respiro profondo” che non vuol dire “prendi più aria che puoi” e basta, ma vuol dire metti consapevolezza nell’atto del respiro, fai entrare l’aria dal naso lentamente e profondamente nel diaframma.

Avatar di teamregularwarrior

Impara a controllare il tuo respiro e avrai in pugno la tua vita!

Respirare è vita. Puoi stare settimane senza cibo, giorni senza acqua, ma senza ossigeno si può resistere solo pochi minuti.

Potresti pensare di essere già in grado di respirare e che non ci sia altro da imparare, invece c’è molto di più.

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Pam Riley, perdere 36 kg a 67 anni? Possibile!

Non è mai troppo tardi per cambiare la tua vita!

Oggi vi presentiamo Pam Riley, una guerriera DDPY che ha trasformato la sua vita a 67 anni partecipando alla sfida “Positively Unstoppable Challenge 2022” e arrivando tra i campioni finalisti. Una grande dimostrazione che non è mai troppo tardi per prendere in mano e migliorare la propria vita e che l’età è solo un numero! Ecco la sua storia e speriamo che possa ispirarvi a unirvi a noi nel cambiamento per uno stile di vita più attivo e sano!

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DDPY Tour 2023 – UK

diamond dallas page torna in gran bretagna

Dopo quattro anni Diamond Dallas Page torna in Gran Bretagna per il Tour con il suo Seminario “Inspiration Meets Perspiration”. La traduzione letterale sarebbe “L’ispirazione incontra il sudore”. Durante questi incontri Dallas racconta infatti il suo metodo, come e perché lo ha creato e le storie di successo di chi ha fatto del DDPYOGA 💎 il proprio stile di vita. Oltre a questa parte motivazionale e di ispirazione c’è anche la parte pratica. Si srotola il tappetino e nonostante l’allenamento sia adattabile a tutti i livelli di fitness, Dallas sa farti sudare e imprecare come nessun altro, che tu sia principiante o esperto. Le date fissate per il Tour sono 3, ma c’è la possibilità che se ne aggiunga ancora una, i posti sono limitati e vista l’alta richiesta è molto probabile che che si esauriscano presto.

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La Nostra Prima “VERA” Spedizione al Freddo

Inizia tutto il 12 ottobre 2022, un regalo di compleanno inaspettato e una nuova avventura alle porte.

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Il Corso che ci aspetterà nel week-end dal 24 al 26 febbraio 2023 sarà con Leonardo Pelagotti il primo istruttore avanzato del Metodo Wim Hof in Italia. Nella descrizione c’è un programma che dice che a grandi linee sarà:

Giorno 0: 24 febbraio

  • Arrivo al rifugio Prato Spilla verso le 19
  • Cena al rifugio insieme
  • Presentazione dei partecipanti e del programma del corso e gli obbiettivi di ciascuno
  • Presentazione del metodo Wim Hof e del Programma Oxygen Advantage/Buteyko

Giorno 1: 25 febbraio

  • Conoscere tutte le basi di una buona respirazione
  • Come misurare l’efficienza respiratoria e esercizi per sbloccare la catena respiratoria
  • Tecnologia di base per la respirazione Wim Hof
  • Movimento e Yoga per attivare la circolazione
  • Preparazione mentale per lavorare con il freddo
  • Camminata 1h nel bosco al Lago 1 (1300m)
  • BAGNO AL LAGO con esercizi di esposizione al freddo individuale e riscaldamento
  • Meditazione nel bosco
  • Debrief giorno 1
  • Spiegazione degli studi scientifici del metodo Wim Hof (studio 2014, 2018, 2019) e legame con premio Nobel 2019 per la medicina sull’ipossia e il metodo Oxygen Advantage
  • Meditazione la sera e respirazione per facilitare il sonno e la digestione

Giorno 2: 26 febbraio

  • Attivazione corporale, stretching e yoga leggero
  • Tecnica di respirazione Wim Hof per ridurre l’infiammazione nel corpo
  • Esercizi di respirazione Oxygen Advantage “Breathe Light” e movimento funzionale
  • Camminata nel bosco al Lago 2 (1500m)
  • CAMMINATA IN STILE WIM HOF
  • Tecnica di respirazione Wim Hof per attivare l’energia
  • Tecnica avanzata di generazione del calore con attivazione Grasso Bruno
  • BAGNO AL LAGO con esposizione al freddo multipla e ripetuta
  • Meditazione nel bosco e bagno nel torrente
  • 16.00 Chiusura del workshop

Con un programma già ben strutturato sappiamo cosa ci aspetterà e nonostante le nostre perplessità ci incoraggiamo a vicenda, questo prima di conoscere Leonardo ed Elise che NON seguono i programmi…

2 febbraio 2023 L’avventura si avvicina e si fa sempre più reale. Oggi è arrivata la mail da Leonardo con le istruzioni per il weekend. C’è un cambio di programma che destabilizza le nostre già flebili certezze 🙂 … il rifugio non sarà Prato Spilla ma Lagdei. Stesso parco ma vallata diversa. Da buon “controllore” avevo già guardato tutti i laghi vicino a Prato Spilla per capire dove potevamo andare a fare i bagni ghiacciati etc… altro punto preoccupante è che nella mail Leonardo scrive di portare la “torcia frontale perché non si sa mai … ”

Giorno 0: Viaggio verso Lagdei

Partenza dal paesello natio tra timori, aspettative ed entusiasmo.

Il viaggio in auto fila liscio fino al rifugio, la neve è poca e il tempo quando arriviamo non è dei migliori.

Ci addentriamo per fare due passi nel bosco e subito avvertiamo un freddo intenso a mani e piedi che ci fa pensare al giorno dopo. Usciti dal bosco troviamo Leonardo ed Elise e l’avventura inizia a materializzarsi. Fin da subito capiamo che sono due persone speciali, appassionate di quello che fanno e con la gioia di condividerlo con gli altri. Ci fanno subito sentire a nostro agio e come ci fossimo conosciuti da tempo.

Pian piano, iniziano ad arrivare i primi avventurieri, ci sistemiamo nelle camere, primo incontro conoscitivo con il gruppo, un po’ di info su cosa ci aspetterà (ma non troppe), cena e letto.

Giorno 1: L’Immersione nel lago ghiacciato

Il primo giorno pieno dell’esperienza è iniziato in un’atmosfera surreale: nuvole basse, pioggerella autunnale e un po’ di nebbia che avvolgeva il paesaggio circostante mentre io, Laura e il gruppo ci preparavamo per salire al lago Santo e fare la nostra prima “immersione” nel lago ghiacciato. Iniziamo la giornata con Respirazione, Yoga, colazione, breve spiegazione e partenza verso l’ignoto 😊. In un’oretta e mezza di cammino tra neve dura e ghiaccio arriviamo a destinazione.

Il giorno prima Leonardo aveva preparato l’arena di ghiaccio che è stata però dissolta dalla pioggia. Il “buco” circondato da 40 cm di ghiaccio era là ad aspettarci. L’acqua aveva una temperatura di soli 3°C ma l’abbiamo scoperto il giorno dopo, mentre l’aria intorno a noi era appena sopra lo zero, a 4 / 5°C, con un grado di umidità tale che faceva percepire tutto più intenso.

Dopo una breve sessione di riscaldamento fisico e di respirazione, siamo entrati nell’acqua gelida. La sensazione era intensa e penetrante, ma abbiamo cercato di concentrarci sulla respirazione per distrarre la mente dalla sensazione di freddo. Incredibilmente, abbiamo sperimentato una sorta di connessione con l’ambiente circostante, come se il nostro corpo stesse adattandosi al freddo anziché resistere ad esso.

In un attimo eravamo di nuovo nel bosco, in costume, con la pelle arancio e una sensazione di calore indescrivibile che dà dentro ci usciva dalla pelle. Oltre alle sensazioni fisiche, l’onda di emozioni era costante e rendeva tutto amplificato all’ennesima potenza.

Ci rivestiamo, con svariate difficoltà per il freddo e l’umidità e facciamo ritorno al rifugio, per un momento di condivisione con il gruppo di quello che ognuno di noi aveva sperimentato. Rimaneva giusto il tempo di cambiarci per la cena, ma Leonardo (che non offriva mai “spoiler”) ci invitava a uscire nel bosco, al buio, con costume, salvietta e torcia frontale per un bagno nel torrente. Adrenalina a mille!

Cena, respirazione per prepararci al sonno e letto, non sapendo cosa ci aspettasse il giorno dopo 😊. O meglio, una vaga idea del programma c’era per esclusione ma il meteo aveva in serbo per noi qualcosa di speciale.

Giorno 2: Sfida alla Tempesta di Neve

Il secondo giorno ha portato una nuova sfida: l’esposizione al freddo durante una tempesta di neve a -6°C, indossando solamente pantaloncini. La vista del paesaggio innevato era mozzafiato, ma la sfida era reale e palpabile. Sapevamo che la chiave per affrontarla con successo sarebbe stata la combinazione di respirazione e focus.

Anche il secondo giorno abbiamo iniziato la giornata con una sessione di respirazione, yoga, colazione leggera, e poi esserci caricati nel cerchio tribale, immersi in una profonda concentrazione, ci siamo avventurati nella tormenta di neve. In coppia con i nostri buddies, passo dopo passo, sferzata di vento dopo sferzata di vento.

Nei momenti di difficoltà, seguendo i preziosi consigli di Leonardo abbiamo sentito il calore diffondersi nel corpo, una sensazione che contrastava con il freddo percepito all’esterno.

Mentre camminavamo attraverso la neve alta, abbiamo continuato a concentrarci sulla respirazione e sulla consapevolezza del momento presente. Non c’era altro modo che restare nel qui e ora. Sembrava quasi che il freddo esterno fosse meno oppressivo, come se la mente avesse trovato un modo per mitigarne l’impatto. Ogni passo era un’opportunità per connetterci con la forza interiore. Ogni minima distrazione un passo falso per far entrare il freddo.

Arrivati in cima, dopo un’oretta e mezzo, come predetto da Leonardo siamo stati assaliti da sensazioni fortissime, freddo, difficoltà a muovere gli arti, mani che pulsavano. Era il momento più difficile e delicato, rivestirsi e scaldarsi in fretta con balli ed esercizi vari. Riprendere il controllo non è stato facile ma è stato parte del percorso.

Le Lezioni Apprese

Dopo quasi 48 ore straordinarie di esposizione al freddo, meditazione e respirazione controllata, abbiamo avuto modo di riflettere su ciò che abbiamo imparato da questa esperienza unica alla quale ancora facciamo fatica a credere.

La Mente è Potente: La meditazione e la respirazione possono svolgere un ruolo cruciale nel modellare la nostra percezione del freddo e della sfida. Attraverso il focus mentale, possiamo ridurre l’impatto negativo del freddo e dello stress in generale sul nostro corpo.

Connessione con la Natura: L’immersione nel ghiaccio e la camminata nella tempesta di neve ci hanno fatto sentire parte integrante della natura, piuttosto che semplicemente dei suoi spettatori. Questa connessione più profonda ha alimentato uno spirito di gratitudine e rispetto per il mondo che ci circonda.

Il secondo giorno riguardando il lago mi è scesa più di una lacrima di gratitudine per quello che mi aveva dato.

Sfida e Crescita: Uscire dalla zona di comfort e affrontare situazioni difficili può portare a un notevole sviluppo personale. Le sfide fisiche e mentali ci spingono a superare i nostri limiti autoimposti e a scoprire riserve di forza che potremmo non aver mai pensato di avere.

Questa esperienza rimarrà per sempre una testimonianza del potenziale umano di adattarsi, superare le sfide e trovare connessione e saggezza nella natura circostante.

Se c’è una cosa che abbiamo imparato, è che le esperienze più straordinarie spesso provengono da momenti di sfida e di uscita dalla propria zona di comfort. Per me è dura ammetterlo ma è così 😊

Puoi vedere parte della nostra esperienza cliccando il link:

E così, con Laura ci siamo lanciati in un’avventura di 2 giorni che ha combinato esposizione al freddo, meditazione e respirazione controllata, ispirata dall’approccio del metodo di Wim Hof e non solo. Chi l’avrebbe mai detto!

Il bello arriva adesso perché quello che abbiamo imparato va coltivato per raccoglierne i frutti! Abbiamo infatti già completato il corso “Il Potere del Respiro” per approfondire l’argomento e attendiamo l’inverno per sperimentare di nuovo in natura il metodo e i suoi benefici.

Se qualcuno vuol saperne di più o farsi un bagnetto con noi contattateci! Non siamo istruttori del metodo ma saremo contenti di condividere la nostra esperienza!

Se volete scoprire di più sul metodo Wim Hof trovate vari articoli in lingua italiana sul sito di Leonardo e Elise “Inspire Potential”.

Un ringraziamento speciale va anche al gruppo che fin da subito si è dimostrato affiatato e unito. La forza del gruppo è stata la marcia in più per affrontare le sfide dovute alle “condizioni avanzate” di quello che doveva essere un semplice corso “base”! Arrivederci guerrieri! Grazie di cuore! – Alessandro e Laura

Jason Henry, vincitore della sfida Positively Unstoppable 2022

Incontriamo il Gran Vincitore della Sfida “Positively Unstoppable” del 2022, Jason Henry.

Ma prima capiamo che cos’è esattamente la Sfida “Positivamente Inarrestabile”?

Da qualche anno il DDPYOGA organizza questa sfida dove si possono sì vincere soldi, ma in realtà c’è molto di più in gioco.

I partecipanti a questa sfida si impegnano per 6 mesi a seguire un programma di fitness e benessere fissando degli obiettivi personali, tracciando i progressi e lavorando per migliorare il proprio stile di vita. Durante questo periodo gli sfidanti documentano il loro percorso con parole, foto e video.

Alla chiusura della sfida vengono selezionati e contattati dei finalisti per delle interviste dal vivo e i vincitori hanno l’occasione di incontrare Diamond Dallas Page al Centro DDPYoga negli Stati Uniti, a Smyrna in Georgia. Tra i vincitori viene in fine selezionato il gran vincitore che ha l’opportunità di vincere fino a 250.000 $ con vincita garantita di 25.000$. Anche gli altri selezionati ricevono comunque dei premi che possono arrivare anche a 10.000 $.

Tralasciando l’aspetto economico che è di per sé motivante, il bello di questa sfida è che da la possibilità e gli strumenti per prendere in mano la propria vita e migliorarla, quindi vince anche chi perde!

Tu sei positivamente inarrestabile? Se parli inglese questa potrebbe essere la tua occasione per iscriverti alla sfida e provarlo!

Se sei in cerca di ispirazione guarda la storia di Jason Henry.

“Per diventare il padre migliore possibile, dovevo diventare il miglior ME”

Jason, padre single sapeva che per dimostrare alle sue due figlie che tutto è possibile, doveva prima provarlo a se stesso.

“2 anni e mezzo fa, mi sono pesato ed ero 435 libbre (197 kg). Avevo preso così tanto peso che avevo persino perso la fiducia in me stesso. Mi faceva male anche solo a camminare, ed ero sempre infelice. E, peggio ancora, non riuscivo ad essere il padre che avrei voluto essere per le mie due figlie. Sapevo di dover cambiare vita. Nel 2020, sono entrato nella Sfida “Positively Unstoppable” nella speranza di cambiare. C’ho messo dell’impegno, ma ho anche trovato mille scuse per non filmarmi. Sono entrato di nuovo nel 2021, ma ero in stallo senza perdere molto peso. Di nuovo, nessun obiettivo raggiunto, solo scuse. Ora so che quelli non erano fallimenti; erano lezioni.

Quest’anno (2022) ho fissato tre obiettivi.

Obiettivo 1 – Correre una 5-km (Senza Camminare!). Mi sono iscritto a una corsa da 5k e mi sono allenato. Obiettivo raggiunto! Arrivato 72esimo con un tempo di 32:32! Ho corso per tutto il tragitto? Sì! Ho sorpreso persino me stesso.

Obiettivo 2 – Aumentare la definizione muscolare utilizzando gli allenamenti del programma DDPY Jacked. I risultati? Ummmmm, ho muscoli che non sapevo esistessero e altri che ho solo sognato. I muscoli e la definizione che ho costruito con gli allenamenti DDPY Jacked sono incredibili.

Obiettivo 3 – Volevo perdere altre 30 libbre (14 kg) per arrivare a 235 libbre (106 kg) con un totale di peso perso di 200 libbre (90 kg). Mi sono pesato proprio il mio ultimo giorno di sfida ad esattamente 106 kg.

Ho raggiunto a pieno tutti e tre i miei obiettivi!

Quest’anno, mi sono aperto e mi sono messo in gioco. Mi sono allenato sul palco del Centro DDPYoga con Haydn (Allenamento che ora trovate nella app!). Ho trovato un gruppo di amici, #NoExcusesBrigade, che mi spingono a migliorare. Ho imparato molto quest’anno, soprattutto, che la crescita non avviene nella vostra zona di comfort. Dovete spingervi nelle vostre paure e superarle per essere grandi. Il duro lavoro ripaga!” – Jason

Jason oltre a essere cambiato fisicamente, è cambiato soprattutto mentalmente. Il suo atteggiamento mentale si è trasformato dal trovare delle scuse per rimanere com’era al diventare inarrestabile!

Essendo un padre single di due figlie Jason ha il suo bel da fare, ma non per questo ha lasciato che queste scuse lo intralciassero e ha lavorato per migliorarsi per se stesso e per le sue figlie. E forse proprio questa grande motivazione di essere un padre migliore ha sbloccato i giusti meccanismi per portarlo al suo successo.

Quando gli abbiamo chiesto se volesse aggiungere qualcosa per ispirare i nostri lettori lui ci ha detto: “Onestamente la cosa più grande che mi ha aiutato è stato spingermi nella scomodità. Uscire dalla mia testa e dalla zona di comfort per permettermi di crescere. In poche parole: Non abbiate paura di mettervi a disagio! E’ proprio lì dove avviene la crescita!

La Crescita non avviene nella tua zona di comfort!

Jason Henry – Vincitore della Positively Unstoppable Challenge 2022

Fonti dell’articolo:

Positively Unstoppable Challenge

DDPY Newsletter Gennaio 2023

Jason Henry @ddpy_get_fit_stay_weird

Buoni propositi? No grazie!

Gennaio è arrivato e buona parte delle persone si trova a realizzare di aver abbandonato i buoni propositi dello scorso anno e di non essere nemmeno lontanamente vicino ai risultati sperati.

Il problema sta proprio lì… i risultati sono solo sperati! Mancano le vere azioni concrete per raggiungerli!

Sicuramente sai già che c’è una grande differenza tra avere dei buoni propositi e riuscire a realizzarli.

In questo periodo, dopo le vacanze di Natale, ci si trova a riflettere su quello che si è vissuto, raggiunto e conquistato nell’anno che si chiude e spesso la riflessione apre le porte a un sacco di buoni propositi di cosa potremmo fare meglio nel nuovo anno. Purtroppo però a distanza di poco tempo, addirittura a febbraio/marzo, la stragrande maggioranza di noi avrà già dimenticato le promesse senza riuscire a raggiungere un bel niente.

La situazione molto tipica è quella del rimettersi in forma. Dopo le vacanze di Natale, dopo aver fatto qualche sgarro in più, ci si rende spesso più conto di essere fuori forma, magari ci si accorge di aver preso un paio di chili in più proprio durante quelle vacanze ed ecco che scattano i buoni propositi “da gennaio mi rimetto in forma” “quest’anno sarò davvero bravo con l’allenamento” “da lunedì mangio più sano”, però sappiamo che tra l’idea e poi la sua realizzazione ci sono tantissimi ostacoli che frenano le persone.

Iniziamo quindi a capire come possiamo trasformare i buoni propositi in una vera strategia d’azione da utilizzare nel nuovo anno per crescere e arrivare dove si vuole arrivare.

Una motivazione per cui non si riescono a trasformare i buoni propositi in un piano d’azione strategico è che non si fa una buona riflessione sull’anno che si sta chiudendo. Per pianificare il futuro bisogna aver chiaro dove si è arrivati fino ad ora. Un errore comune a cavallo dell’anno è quello di non andare in profondità a cosa è successo nell’anno che finisce.

Parti quindi dal chiudere l’anno precedente. Prima di affrontare il 2023 dovresti aver chiuso il 2022 e fatto un punto della situazione in cui ti trovi. Se non fai un’analisi approfondita avrai solo una vaga idea di come è andato l’anno perché non è che ti ricordi precisamente cosa è successo lo scorso febbraio o che stato emotivo hai vissuto a marzo. Devi quindi prenderti del tempo per riflettere e andare in profondità su come è stato quest’anno.

L’ideale è tenere un diario giornaliero in cui annoti come vanno le tue giornate, le tue emozioni, i tuoi errori e i tuoi successi. In questo modo alla fine dell’anno sarà più semplice rileggere tra quelle righe e rievocare come si è svolto l’anno e fare il punto della situazione. Se nel 2022 non lo hai tenuto allora dovrai fare un lavoro di ricostruzione a memoria, ma prendi carta e penna e cerca di ricostruire come si è svolto l’anno, ad esempio scrivi se e quando hai abbandonato certe buone abitudini, se ci sono stati momenti di soddisfazione o insoddisfazione, le cose che hai trovato utili e ti sono servite a migliorare o invece quelle che ti hanno fatto perdere tempo. Annota cose nuove che hai imparato durante l’anno e a cosa ti sono servite. Oltre a rievocare i fatto accaduti prova a ricordare in quale stato emotivo ti trovavi in quei momenti.

Una volta tirate le somme dell’anno che si è chiuso e definito la situazione attuale in cui ci si trova. La prima cosa da capire è cosa sono i buoni propositi. Per molti sono solo una vaga idea. Ci rendiamo conto che non siamo stati così bravi in qualcosa e diciamo che diventeremo bravi in quel qualcosa. Purtroppo la cosa strana e paradossale è che se non sei riuscito a fare una determinata cosa fino ad oggi, non c’è nessun motivo reale per pensare che tu ci riesca dal primo di gennaio o da lunedì, se non cambiano dei presupposti.

Se non cambia qualcosa nella modalità di trasformare questi propositi in azioni è abbastanza evidente che non succederà nulla di particolare.

I buoni propositi sono niente meno di quelli che vengono chiamati “obiettivi di risultato” cioè qualcosa che voglio raggiungere, uno stato che voglio realizzare. Un esempio classico è quello di “perdere 10 kg”. Il problema che la maggior parte delle persone tende a enfatizzare questo risultato pensando esclusivamente a quello, ma si dimentica tutti i singoli passi che vanno effettivamente messi in atto per raggiungere quel obiettivo di risultato. Questi step sono chiamati gli obiettivi di processo ossia le singole azioni che mi portano con una buona probabilità a raggiungere quel risultato.

Evidentemente l’idea di perdere 10 kg l’avrai avuta altre volte, ma probabilmente non sei stato in grado di mettere in atto i piccoli passi quotidiani, costanti che ti portano al risultato.

Quindi il fuoco dell’azione per qualsiasi processo di cambiamento e di trasformazione di un proposito vago in un azione concreta è che occorre concentrarsi sulle singole azioni che portano al risultato. Azioni che non hai inserito fino ad ora o che siano diverse da quelle che hai utilizzato fino ad ora.

Riprendi carta e penna e inizia a scrivere. Qual è il tuo obiettivo sul lungo periodo? Quali sono i passi che farai per arrivarci? Sii il più dettagliato possibile. Una volta scritto il tuo piano d’azione inizia! Mettiti subito al lavoro!

Solo tu puoi trasformare Oggi da “Un Giorno … ” a “Giorno Uno!”.

““L’acqua di un fiume si adatta al cammino possibile, senza dimenticare il proprio obiettivo: il mare.”

PAULO COELHO

Per approfondire l’argomento obiettivi di risultato e di processo puoi leggere il nostro articolo cliccando qui.

Yoga & Martial Arts

If you told me 7 years ago that I was going to be a Yoga teacher I would have laughed. I was training in karate and I wanted something even more physical and strong so I joined a Ju-Jitsu school just for that purpose. I thought that Yoga was just for mystical people who did a lot of stretching, sit for a long time doing nothing and chanting some nonesense over and over again.

I couldn’t be more wrong than that.

My introduction to Yoga was unconventional, but looking back, it was the only way for me. Alessandro, my partner, started practicing DDP Yoga through a phone app and invited me to join. At first, I was hesitant due to my preconceived notions about Yoga and my aversion to anything associated with the letter ‘Y’. What changed my mind was learning that “this kind of Yoga” was developed by a former professional wrestler from the United States. In the end, DDPY proved to be an incredible fitness program and a lifestyle that opened doors for me to explore the intricate world of Yoga. From that day onward, I became increasingly curious about the “real deal” of Yoga, beyond just the physical aspect. I embarked on my exploration of the eight-limbed path.

During this journey, I discovered how much Yoga and Martial Arts have in common and how they can complement each other.

Common misconception about Yoga and Martial Arts

When we think about Yoga, especially in the Western World, we often envision flexible people performing challenging balancing poses or contorting their bodies like pretzels. Yoga is often reduced to just Asanas, positions and sets of positions practiced in gyms. However this perception is far from accurate. Asana is just one of the eight components of Yoga.

Yoga is a discipline that involves every aspect of a person’s life. From following the ethical guidelines, managing one’s energy, practicing the asana, withdrawing the senses to concentrate and meditate and achieving a state of inner peace with oneself, others and the world and beyond. The practice of Yoga is not limited to a mat or a yoga class; it involves being consistently present in oneself and fully engaged with life.

In my experience I encountered several misconceptions about martial arts as well. People often associate Martial Arts with the MMA fights they see in TV, focusing solely on combat and violence. However, this is not an accurate representation of most martial arts.

Many martial arts are rooted in strong core values that comes from Eastern Cultures and on these principles Martial Artists develop a high moral character. One of the greatest values that a martial artist can develop is humility. Through constant training, the practitioners learn to be humble because they understand its importance in the learning journey. In order to achieve the full potential, practicing humility during training is paramount to success.

What Do Yoga and Martial Arts have in common?

Both Yoga and martial arts are not only physical activities, they’re not just exercising, they’re not sports. They are disciplines.

In a discipline what counts the most is the journey and not the results. When we practice a discipline, we also incorporate the commitment and pleasures of a sporting activity into a value given by the expansion of our innate human qualities: physical, mental, emotional and moral.

Yoga and Martial arts are Holistic. Yoga is a philosophy, practice, and discipline that allows the practitioners to achieve harmony and balance between the body, mind, and soul and reach inner peace, health, and an overall well being. Martial arts offers everyone the chance to grow towards the best version of themselves mentally, emotionally, and physically through training, rituals and the study of the origins of the martial arts.

While there are numerous shared elements, I’d like to highlight three that resonate most with my personal journey:

1. ETHICAL CODES
Bushido

Bushido is a compound word that literally means: Bushi “Warrior” Do “Way”. “The way of the warrior” was the Samurai code of conduct. This code of ethics and proper behavior was the ideal for Samurai to follow and strive to uphold in their daily lives.

Like many ancients philosophy it was an oral tradition passed on and on. But there’s a book from Inazo Nitobe in which he defines the unspoken code and its philosophy as eight key virtues:

  • Justice: Justice is a core value of the Samurai. Incorporating the Bushido principle of justice into your life requires reflecting on what it is fair and upholding the value of upstanding moral character. 
  • Courage: Courage, like justice, includes discerning what it is right and wrong. Courage requires the strength not only to perceive but also to act.  
  • Compassion: Compassion is the ability to manifest love and sympathy through patience. It also suggests to see the world from the perspective of another. This is a very important quality for those in a leadership role.
  • Respect: Respect means that you acknowledge your regard for the experiences and feelings of others. In order to collaborate with another person, politeness must be employed.  
  • Integrity: In order to practice many of the other principles listed, one has to maintain integrity. This mean living honestly and sincerely and to do the right thing even when nobody’s watching.   
  • Honor: Samurai were warriors who upheld a sense of self worth and lived by the highest code of conduct. In order to abide by the principle of honor, you must acknowledge your moral responsibilities.
  • Loyalty: First, stay true to yourself. When fealty is given to another, this must not be abandoned even under difficult circumstances.
  • Self-control: Self-control in the Bushido code means adhering to this code under all circumstances, when with others and when alone. 
Yamas and Nyamas

“The Yoga Sutras of Patanjali” is an ancient text derived from the sage and yoga practitioner Patanjali. This text is considered a philosophical guide and instruction manual on how to live one’s life in accordance with a spiritual path that leads towards personal enlightenment.

As a comprehensive guide towards yoga as a culture and lifestyle, the Yoga Sutras focus on The Eight Limbs of Yoga that lead towards enlightenment. Here is where we find our Yamas and Niyamas as the first two steps.The Yamas and Niyamas are often considered the “moral codes” or “right ways of living” within our yoga practice and lifestyle and they are the foundation of the entire practice.

5 Yamas. Social restraints.

  • Ahiṃsā – non-harming or nonviolence in thoughts, words and deeds. Towards other, but also oneself. The principle of non-violence is an act of self-control inspired by consideration, empathy, and compassion. It requires the ability to access a higher emotional intelligence that enables one to remain grounded, surpass base instincts and reach a more peaceful resolution even in stressful situations.
  • Satyā – ‘virtue’. It also refers to being truthful in one’s thought, speech and actions.The virtue of truthfulness allows one to be pure and authentic. To say what you mean and to do what you say is the key of personal growth and maintain healthy relationships.
  • Astēya – “non-stealing”. The principle of not taking what isn’t yours, whether, through action, speech or thought accommodates the belief in our own abilities. The act of stealing is considered an expression of weak faith in one’s self, and their ability to learn and create. Through surpassing these impulses, we are able to prioritize our focus on building the abilities we need to achieve the things we desire and not just take them from others.
  • Brahmacharya – the word brahmacharya stems from two Sanskrit roots: Brahman (Universal Conciousness) is what God is called in the Vedas, and carya, which means “occupation with, engaging, proceeding, behaviour, conduct, to follow, moving in, going after”. This is often translated as activity, conduct, or mode of behaviour. Celibacy or in a more modern point of view ‘right use of energy’
  • Brahmacharya – the word brahmacharya stems from two Sanskrit roots: Brahman (Universal Conciousness) is what God is called in the Vedas, and carya, which means “occupation with, engaging, proceeding, behaviour, conduct, to follow, moving in, going after”. This is often translated as activity, conduct, or mode of behaviour. In ancient and medieval era Indian texts, the term brahmacharya is a concept with a more complex meaning indicating an overall lifestyle conducive to the pursuit of sacred knowledge and spiritual liberation. The virtue of sexual self-control and restraint changes based on an individual’s context. Within a relationship, it means to uphold martial fidelity, when single, to maintain celibacy. It is the foreground for healthy relationships, healthy bodies, and healthy minds. When one is free from the distraction of lust and sexual gratification, there is more self-control. Self-control grants us the time to build substance in our relationships, to focus on our commitments, to enhance our progression, and cultivate self-love.
  • Aparigraha – non-greed or non-hoarding , non-possessiveness. The virtue of keeping desires limited to only what is necessary or important. Following this virtue allows one to be free of greed, over attachment and envy. Which in turn, helps to build the characteristic of temperance, purity of intentions and self-control. Which leads to a life filled with only the things that truly matter and benefit our health and well being.

5 Niyamas. Self-disciplines.

  • Śauca. Literally means purity, cleanliness and clearness.
    Saucha includes outer purity of body as well as inner purity of the mind. Relating to how people manage their inner selves, relationships, and actions to tasks, saucha allows individuals to live with integrity and presence.
  • Santosha literally means “contentment, satisfaction”. By practicing saucha, santosha becomes easier to achieve. Rather than being upset with what people do or do not have, getting stuck in the past or the present, individuals can become content with what they have right now. By recognizing that life is not always perfect, that there will always be challenges or things to learn, practitioners can learn to find happiness with whatever circumstance or event arises.
  • Tapas –  is based on the root Tap meaning “to heat, to give out warmth, to shine, to burn”. The term also translates in discipline, austerity or ‘burning enthusiasm’. Tapas could be seen as how one continues to keep their inner fire burning to rid themselves of thoughts and actions that are not conducive to supporting a healthy mind and body.
  • Svādhyāya
    It is a compound Sanskrit word composed of svā + adhyāya. Adhyāya means “a lesson, lecture, chapter; reading”. Svā means “own, one’s own, self, the human soul. Svādhyāya literally means “one’s own reading, lesson”. Study of the self and of the texts. Practicing self-study, yogis can learn who they are without all of the false truths, stories, categories, expectations, and negative self-talk that everyone imposes on themselves.
  • Īśvarapraṇidhāna is a Sanskrit compound word composed of two words īśvara and praṇidhāna.
    It means committing what one does to a Lord, who is elsewhere in the yoga sutras defined as a special person (puruṣa) who is the first teacher. Surrender to a higher being, or contemplation of a higher power. By recognizing that we are all part of something larger than the individual self, one’s reason for being becomes more clear. When letting go of the ego, a person is surrendering to a greater force whether it be God, the universe, or simply life. Surrendering to a higher force, people can learn to accept whatever comes their way without needing to change it. There is a peacefulness in no longer needing to control or force expectations because there is an understanding that whatever occurs whether it feels positive or negative it is supposed to occur.
2. LIFE ENERGY
Prana

The foundation of all life, of the whole universe, is the subtle life force energy that yogis call prana. You can’t see it, or touch it or taste it, but most yogis have had an experience of prana, the subtle energy that flows through our bodies.  This mystical energy moves through our bodies and animates our every action–from gross physical movements to minute biochemical processes. Creating an understanding and awareness of prana is important for yogis to understand the purpose of many hatha yoga exercises.

Ki or Qi

The Chinese term qi, in Japanese ki 氣 or even ci in Korean (oldest form) is the name given to the “internal” energy of the human body recurring in all subject areas Chinese cultural influence (Japan, Korea) but ranges from purely philosophical to martial arts or traditional Chinese medicine.

The Life energy is the essential life force that animates all life forms in the universe. The KI is invisible, silent, formless, but permeates everything. In the discipline of Aikido and more generally in Japanese martial arts and the human being is alive as long as he is covered by the ki of the universe and carries it exchanging it with the surrounding nature: deprived of ki the human being ceases to living and physically dissolves. In the conception of Oriental martial arts, the being is full of life, courage, physical and inner energies until it carries the ki vigorously through your own body and exchange with the surrounding nature is abundant; when instead in his body the vital charge of ki is lacking, the human being languishes, is weak, cowardly, renounced.

3. MEDITATION
Dhyana

Another limb of Yoga is Dhyana, meditation. The root of the word is dhi, which in the earliest layer of the text of the Vedas refers to “imaginative vision” and associated with goddess Saraswati with powers of knowledge, wisdom and poetic eloquence.

This term developed into the variant dhya- and dhyana, or “meditation”, an uninterrupted state of mental concentration upon a single object, higher contemplation.

Meditation happens when you reach a state of deep inner peace. You can practice meditation through different techniques, but according to the traditional yogic philosophy, you won’t actually be meditating until you are meditating.

As recorded in the Yoga Sutras of Patanjali, meditation cannot be achieved through concentration or reliance on an external force. Meditation happens from within when one has surrendered to Atman, or to your true Self which is one with the universal consciousness.

Mokuso

Mokuso is a type of meditation practiced in Japanese martial arts. ” Moku” means silence or stop, “I know” and means to think or concentrate, Mokuso can also be read as “meditate silently”

Meditation “Mokuso” is generally performed before and after a training session to prepare and free the mind. This practice prepares the student to let go of the thoughts of the day and be aware of the present moment.

Mokuso’s goal is to be fully present and aware in the moment. You don’t want your mind to wander and get caught up in the thought cycle. You want to be aware from moment to moment. Meditation does not mean suppressing thoughts or emotions. It means observing them without judgment. Thoughts are not pursued, not rejected, they can come and go.

What benefits can Yoga have in Martial Arts?

As we have seen Yoga and martial arts have many common elements, Yoga is a complete discipline that for its benefits and its characteristics can be the basis of any martial art and sport. Here’s 3 POV that Yoga can be beneficial to your martial arts training:


1. yoga makes you aware of your breathing

Breathing is very important in combat sports and often it’s taken for granted by the average practitioner. Knowing how to breathe correctly can make all the difference in all physical activities. Depending on the style of Yoga, the Pranayama (also known as breathing techniques) occupy a more or less central or separate place but they are never absent.

If you control your breathing, you control your mind. If you control your mind, you control your body. This is of vital importance during a combat or during training in general.

In the Yogic breathing, the diaphragm, the abdominals and the trunk are educated and trained to a full and correct breathing. Breathing also lowers tension and strengthens the center of gravity of martial arts practitioners. The mind draws as many benefits as the body and reduces crises due to fatigue or loss of concentration.

2. yoga puts you in a state of focus and trains your will

It’s you, the practice you’re doing and nothing else. You need to concentrate and commit to enter and maintain the positions (Asana) during the practice. When in more advance Asanas You’re gonna have to put your willpower to the core so you don’t give up. This state can lead you to train in your martial arts with a greater focus, improving awareness on what you are actually doing.

Training the mind makes the performance more effective. A trained mind becomes the best ally of those who practice martial arts and allows you to perceive with ever greater refinement your body, moment by moment, making more effective movements and shots.

3. yoga teaches you to think about your body and is a great way to train alignment and balance

Apart from your body there are no other distractions. In many positions the body alignment is trained to have an effective stretching, in others the balance is the master. In the most challenging cases there are positions where you train both. 

These two factors in combat are crucial. If you don’t know how to use your base, you won’t be able to give enough force to your shots. If you can’t align column and limbs properly your strength will disperse.

Be like water

Bruce Lee

Yoga can really be the missing piece to your martial art practice. Lightening your physical, mental and emotional load, Yoga can allow you to practice with the free spirit. Any practice could be emptied of stress and becomes pure pleasure. That pleasure can be transformed into the well-known flow, which elevates the performance to the highest possible levels and eliminates any interference, creating an extraordinary flow that harmonizes every human dimension and eliminates any feeling of fatigue. That harmony finds its greatest effect in a fullness of life in general.

Laura Maccabiani – YTT 200 H – House of Om

Mancanza di costanza?

Quante volte ho sentito dire: “eh tu hai i risultati perché sei costante, io no!” oppure “Per te è facile, hai costanza…”

Se fosse solo una scusa?

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