Obiettivi di Risultato vs. di Processo

Quando una persona si prefigge un obiettivo soprattutto sulla forma fisica tende sempre a concentrarsi troppo sul risultato finale. Così facendo è facile perdere di vista i singoli passi necessari per arrivare alla meta. Questo è un errore molto comune se non sappiamo distinguere gli obiettivi di risultato da quelli di processo.

parti dal perchè

Prima di focalizzarti su come raggiungere i tuoi obiettivi chiarisci il perché li vuoi ottenere. Considera che quando ci si fissa un obiettivo si è in cerca delle emozioni che ci può dare quel risultato, molto più del risultato stesso. Spesso si raggiungono degli obiettivi o si ottengono delle cose che non ci soddisfano come sperato e non scaturiscono quelle emozioni tanto desiderate. Questo è dovuto anche alla mancanza di un’analisi del “perché” che avrebbe potuto renderci più razionali sulla scelta dell’obiettivo e sulle aspettative finali.

Partendo dal perché potrai smascherare quegli obiettivi che non sono un tuo vero desiderio, ma un’esigenza influenzata da altri fattori esterni e culturali. Un altro motivo per cui molto spesso non si raggiungono i propri obbiettivi è perché non sono realmente i nostri obiettivi, non ci si tiene poi così tanto, ci possono essere delle ragioni consce o inconsce che portano a dichiarare un obiettivo che poi in realtà non si vuole perché si ha paura delle conseguenze o perché porterebbe a troppi cambiamenti o tanto altro ancora.

Partire dal perché sarà quell’ancora di salvezza che ti farà ritrovare la via anche nel momento in cui la perderai.

innamorati del processo e non del risultato

L’obiettivo di risultato è quello che vuoi ottenere sul lungo termine, ad esempio: perdere 10 kg, rimettersi in forma, avere un fisico atletico, correre una maratona.

L’obiettivo di processo invece è quello che devi fare per riuscire ad arrivare al risultato, ad esempio: ogni singolo allenamento, ogni singolo pasto più salutare, ogni momento dedicato al tuo miglioramento personale.

L’obiettivo di risultato è pertanto un ideale da raggiungere, ma quello che conta è l’essere in grado di percorrere la strada per arrivarci. Focalizzarsi solamente sull’obiettivo finale porta inevitabilmente a momenti di delusione e frustrazione perché il percorso non sarà lineare, ma avrà alti e bassi.

Se si vogliono perdere ad esempio 20 kg in 4 mesi, la tendenza è pensare di perdere almeno 1 chilo alla settimana e se ci si confronta con la bilancia e questo non accade esattamente come ce lo si è prefissato, è facile cadere in uno stato di delusione, rabbia e frustrazione. Queste emozioni negative di disagio minano la motivazione e rischiano di far mollare del tutto. Si cade così in una trappola da cui non è semplice uscire.

Focalizzarsi invece sui passi da fare nel caso della ripresa della forma fisica vuol dire avere un piano di allenamenti settimanali, un piano alimentare salutare in base agli allenamenti programmati e lavorare quotidianamente sul benessere psicofisico con una routine che costruisca delle sane abitudini. In questo modo ogni singolo allenamento completato darà un senso di soddisfazione e sarà l’input per quello successivo. Il sommarsi di tutti questi passi costanti nella direzione della meta finale porterà ai risultati.

fidati del processo, monitora i tuoi progressi e aggiusta il tiro

L’andamento di qualsiasi cambiamento o miglioramento della prestazione atletica non è mai così lineare come si pensa.

Il giusto rapporto tra aspettative e realtà è molto importante nel raggiungimento di qualsiasi obiettivo e soprattutto quando si pensa a un programma per rimettersi in forma. Partire con delle aspettative troppo elevate, essere completamente focalizzati sul risultato a lungo termine, sottostimare i singoli passi da intraprendere e la lunghezza del percorso stesso sono in genere ingredienti di una ricetta per l’insuccesso. Molto meglio sarebbe ridimensionare le proprie aspettative e focalizzarsi sugli obiettivi di processo. Come?

Scegli uno strumento di monitoraggio corretto per capire se stai andando nella direzione giusta.

Innanzitutto non concentrarti sulla bilancia e sulle misurazioni in modo eccessivo e con troppa frequenza. Pesarsi tutti i giorni non serve a nulla, anzi può essere controproducente perché le fluttuazioni di peso sono all’ordine del giorno e possono essere anche di 1 o 2 chili. Quindi va valutato il trend e non la singola giornata. Sarebbe meglio avere una bilancia che misura anche la massa grassa e magra, in quanto il peso non è indicativo della forma fisica visto che se stai facendo allenamenti della forza con anche dei pesi potresti aumentare di peso ma aumentando la massa muscolare e diminuendo la massa grassa. In questo caso può anche venire utile la misurazione con il metro per verificare magari se la circonferenza della vita sta diminuendo mentre aumentano le circonferenze dei bicipiti o dei quadricipiti. Un altro metodo di tenere traccia dei progressi è farsi delle fotografie in modo da confrontarle tra di loro mensilmente. Si possono fare anche dei test atletici specifici per misurare la prestazione in determinati sport.

Attenzione però a non fissarti troppo su tutti questi strumenti in quanto vanno utilizzati come puro sistema di monitoraggio dei passi che stai facendo, della direzione in cui stai andando ed eventualmente correggere il tiro prima che sia troppo tardi e tu abbia investito tempo ed energie, concentrazione e sforzo e ti accorgi che sei andato nella direzione opposta, questo spreco di tempo ti potrebbe mettere i bastoni tra le ruote e far demotivare mollando tutto.

Per monitorare i tuoi passi puoi rispondere a una check-list quotidiana. Allenamento? Mangiato bene? Dormito abbastanza? Meditato? Ti sei preso un momento per te? Rilassato? Se nelle tue risposte ci sono troppi no, per dei giorni di fila, chiediti cosa stai facendo di sbagliato e aggiusta il tiro.

Ci sono anche cose molto meno “numeriche”, ma altrettanto tangibili, sui cui focalizzarsi come la sensazione di orgoglio per aver portato a termine un allenamento, la sensazione di leggerezza dopo aver mangiato un pasto più ridotto e sano, la percezione di piacere quando l’aria fresca ti arriva in faccia quando esci a camminare. Porta semplicemente consapevolezza a tutte quelle cose che sono sotto il tuo controllo e che puoi percepire immediatamente.

Se vincoli il tuo sforzo a un risultato lontano nel tempo non innescherai quelle importanti gratificazioni che sono il motore di un percorso di miglioramento continuo. A differenza di quanto si pensa il percorso di cambiamento non è sostenibile soltanto attraverso il sacrificio e la disciplina; sono dei falsi miti che la nostra società ci ha portato a credere, ma non siamo fatti biologicamente così. Il percorso di cambiamento si basa sulla gratificazione attraverso l’importante neurotrasmettitore che è la dopamina. La gratificazione immediata ti porta a ripetere i gesti fino a creare le abitudini che ti porteranno al risultato desiderato. Attenzione però, lo stesso vale per le abitudini negative ma di questo ne parliamo in un altro articolo.

fai quello che ti piace

Altro punto cardine è fare ciò che ti piace. Se il tuo obiettivo di risultato è quello di metterti in forma e scegli come obiettivi di processo delle attività che non ti piacciono e non ti appagano non riuscirai a tollerarle per il giusto tempo necessario per arrivare al risultato finale. Se il tuo obiettivo è rimetterti in forma dovresti aver ben chiaro non solo l’idea di un fisico più magro e tonico, ma dovresti anche chiederti se sei disposto a innamorarti di tutti i petti di pollo, broccoli e insalate che mangerai nei prossimi mesi e se sei disposto a innamorarti di tutte le ore di allenamento fisico per rimetterti in forma. Se la risposta a queste due domande è NO allora è inutile partire perché prima devi lavorare a cambiare quel NO in un SI’, potenzialmente trovando un compromesso a livello del processo che sia più accettabile per te. Ad esempio trova i cibi salutari più graditi al tuo palato, se non ti piace il pollo, ti potrebbe piacere il merluzzo, se non ti piacciono i broccoli ci sono tantissime altre verdure, e la stessa cosa con l’allenamento se non ti piace correre o andare in palestra a sollevare pesi, non farlo e scegli qualcos’altro, magari un corso come il DDPY dove ti alleni in gruppo e in base al tuo livello.

La componente piacere è quello che sostiene il percorso sul lungo termine perché ti fa sentire bene quando lo percorri.

Prendi per esempio un musicista che compone una canzone. Ama scrivere e suonare e non ha solo in testa di scrivere una canzone per inciderla. Ama il processo di creazione della canzone e non la canzone stessa. Come lo sportivo non si allena solo per vincere una gara ma si allena con costanza e intensità perché ama allenarsi e la condizione psico-fisica in cui si trova quando si allena.

Fai meno per ottenere di più

Un ulteriore concetto da prendere in considerazione è “Less is MORE”, meglio poco tutti i giorni che tanto una volta sola.

Quando ci si approccia inizialmente a un processo di cambiamento risulta utile trovare la dose minima. Un errore molto comune è quello di fare dei passaggi molto bruschi: dalla sedentarietà a essere ultra sportivi, dal mangiare male a fare diete drastiche. Anche in questo caso si va contro ai meccanismi di funzionalità neurobiologica che saranno comunque destinati a prevalere e a vincere facendoci perdere la battaglia subito dopo la partenza. Trovare quindi la dose minima sopportabile è la chiave per stabilire le abitudini che porteranno ai risultati.

Se ti stai approcciando al rimetterti in forma e tutti i tentativi precedenti sono falliti perché sei partito a bomba e poi hai mollato, prova a cambiare tipo di approccio e a partire a piccole dosi. Non puntare subito alla quantità di una determinata attività che ti porti al risultato fisiologico, ma inizia con la dose minima per stabilire un’abitudine. Se vuoi iniziare a camminare, non fare subito camminate da un’ora o un’ora e mezza, che sarebbero la quantità che ti potrebbe garantire il risultato fisiologico visibile, se sei sempre stato sedentario e stai iniziando ora, quella quantità è troppo e ogni scusa sarà buona per essere discontinuo (perché un giorno piove, l’altro giorno sei in ritardo, ecc.) e inizierai a mollare negando all’attività la chance di diventare una buona abitudine. Inizia invece da 10 minuti ogni mattina. Ti vesti sportivo, metti le scarpe ed esci per una camminata tutti i giorni per almeno un paio di mesi. In questo modo supererai la soglia di automaticità facendo diventare il gesto un’abitudine che non ti pesa. Questa dose minima sarai in grado di tollerarla sempre anche in caso di pioggia o di ritardi! La continuità e la ripetitività del gesto sono fondamentali per far diventare il gesto un’abitudine e solo quando non ti costerà alcuno sforzo potrai poi gradualmente aumentare la dose.

Affronta il percorso con lo spirito del guerriero

Per affrontare il cambiamento occorre uscire dalla zona di comfort e affrontare il processo con lo spirito del guerriero che ogni giorno affronta le sue sfide testa alta.

Un guerriero sente forte dentro di sé il senso di missione. Se senti che una cosa è quella che vuoi veramente, che è quello che desideri, ti devi sentire in missione e non deve esistere niente altro, l’obiettivo deve essere la tua priorità.

Se sei in missione, devi avere la forza di eliminare le distrazioni, mettere in disparte tutte quelle cose che sono controproducenti per il tuo obiettivo. Poi potrai rintrodurre alcune di quelle cose ma nel momento in cui c’è un desiderio di trasformazione e cambiamento le energie vanno focalizzate su quello che si deve fare. Questo è quello che accende il fuoco che porta dove tu vuoi.

Puoi accettare un grado di flessibilità e adattabilità nell’obiettivo di risultato, perché bisogna pur sempre confrontarsi con la realtà, ma dovresti rimanere più rigido sulle azioni quotidiane che devi compiere perché senza quelle non si arriva da nessuna parte. Ad esempio se ti sei fissato di perdere 10kg in 3 mesi, ma ne perdi 8? Va bene lo stesso, hai raggiunto una buona parte del tuo obiettivo e puoi allungare di un mese la finestra di tempo che ti eri prefissato. Invece saltare un allenamento può accadere ma due di seguito non deve accadere, fare un pasto sgarro programmato può essere utile a rilassarti mentalmente e aiutarti a essere più disciplinato negli altri momenti, ma fare più pasti sgarro non programmati non deve accadere perché andrebbe a minare tutto il percorso facendoti perdere le buone abitudini acquisite. Quindi è bene sapere il grado di flessibilità che puoi tollerare per il tipo di percorso che hai deciso d’intraprendere, senza essere troppo duro con te stesso, imparando a perdonarti e allo stesso tempo auto disciplinarti.

Conta di più cosa raggiungi o come lo raggiungi?

Paragoniamo questo concetto alla scalata di una montagna. Se vogliamo arrivare in vetta e partiamo da fondo valle, non importa molto se la cima non è visibile, ma quello che conta è sapere qual è il sentiero giusto da intraprendere e quanto lungo sarà il percorso per arrivare alla meta. Il sentiero non sarà mai dritto, ma sarà tortuoso, pieno di sali scendi e non risparmierà fatica, dubbi e tentazioni di rinuncia.

Il sentiero giusto è quello che permetterà crescita e miglioramento, dove ci si potrà fermare di tanto in tanto per vedere quanta strada abbiamo fatto e apprezzare gli sforzi fatti.

Una volta deciso di andare in montagna e si sceglie la destinazione, si inizia subito. Il primo passo è anche quello più importante, magari è un passo microscopico come quello di mandare un messaggio ai tuoi amici che domenica andrete in montagna, ma sarà quello che ti permetterà di eliminare le scuse perché una volta messo in moto il motore ti verrà più facile continuare e iniziare a preparare tutto il resto, sentiero, mappa, zaino e attrezzatura necessaria. Nel momento in cui hai sviluppato l’idea cerca di mettere in pratica immediatamente delle azioni che vanno nella direzione del tuo obiettivo, non aspettare lunedì o l’inizio del mese o l’inizio dell’anno. Fai qualcosa subito.

Una volta arrivato alla cima la ricompensa sarà ancora più grande, tutto sarà più bello, più buono e soddisfacente come il panino al prosciutto che ti puoi godere seduto ad ammirare il panorama. In vetta potrai assaporare la conquista perché ci sei arrivato tu, con le tue gambe, superando fatica e difficoltà.

Condividere il tuo cammino con dei compagni di viaggio aggiungerà un ulteriore elemento che ti aiuterà ad arrivare alla cima. Avere un obiettivo comune con le persone con cui hai un certo tipo di rapporto aumenta il tuo impegno e ti farà sentire più responsabile di andare fino in fondo e non mollare. Gli altri faranno lo stesso con te. Nel momento in cui il sentiero è più ripido magari sarai proprio tu a incitare i tuoi compagni ad andare avanti e in un altro tratto saranno loro a guidare la via passo dopo passo.

Riempiamo quindi il cammino di micro-obiettivi, ogni passo conta per arrivare alla cima. Ogni allenamento conta verso la forma fisica, ogni atto di affetto, gentilezza e di gratitudine conta per essere una persona migliore, ogni attività nuova conta per acquisire nuove competenze ed esperienze, ogni cibo poco salutare abbandonato conta verso un’alimentazione sana e bilanciata. Impara ad apprezzare i minimi risultati, i piccoli gesti, di tanto in tanto premiati e non perdere di vista la vetta.

Se vuoi qualcosa che non hai mai avutodevi fare qualcosa che non hai mai fatto.”

Thomas Jefferson

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