Nell’articolo di oggi non parleremo di DDPYoga o di fitness, ma di un tema che ci sta altrettanto a cuore: la crescita personale. Sappiamo quanto sia importante lavorare sul corpo, ma è altrettanto fondamentale prendersi cura della mente e dello spirito per diventare la miglior versione di noi stessi. Ognuno di noi ha un percorso unico da seguire, fatto di sfide, successi e fallimenti. Oggi vogliamo esplorare proprio questo aspetto attraverso un libro che offre spunti provocatori e riflessioni utili per chiunque sia in cerca di cambiamento: La sottile arte di fare quello che c***o ti pare* di Mark Manson.
Questo libro si discosta dai classici testi di crescita personale grazie al suo approccio brutalmente onesto. Piuttosto che riempirci di mantra positivi e frasi motivazionali, Manson ci spinge a rivalutare le nostre priorità e a smettere di preoccuparci di cose che, in fondo, non contano. È un invito a scegliere con cura le proprie battaglie e a vivere con autenticità.
Riassunto dei capitoli
1. Non provare: In questo primo capitolo, Manson va contro la classica idea che bisogna “provare a tutti i costi”. Secondo lui, è più importante concentrarsi su ciò che davvero vale, piuttosto che cercare di riuscire in tutto.
2. La felicità è un problema: L’autore sfida l’idea comune secondo cui la felicità è lo scopo ultimo della vita. Anzi, suggerisce che cercarla ossessivamente porta solo a frustrazione, e che accettare l’infelicità è una chiave per vivere meglio.
3. Non sei speciale: In questo capitolo, Manson rompe il mito dell’individualità straordinaria. Non siamo tutti destinati a essere speciali o eccezionali, e questo ci libera dall’ossessione di doverci sempre distinguere.
4. Il valore della sofferenza: Uno dei punti cruciali del libro è che la sofferenza ha un valore intrinseco. Solo attraverso il dolore e le difficoltà possiamo capire cosa sia davvero importante nella vita e crescere come individui.
5. È sempre una scelta: La vita è fatta di scelte. Anche quando sembra che non abbiamo controllo, in realtà siamo noi a decidere come reagire e dove focalizzare la nostra attenzione.
6. Ti sbagli su tutto (ma mi sbaglio anch’io): Questo è il capitolo che mi ha colpito di più. Manson ci invita a riconoscere che la nostra visione del mondo è probabilmente sbagliata. Accettare il fatto che ci possiamo sbagliare su tutto apre le porte a una maggiore apertura mentale.
7. Il fallimento è la strada da seguire: Manson ribadisce che fallire è essenziale per crescere. Il successo non è mai garantito, ma fallire ci dà informazioni preziose per migliorare e andare avanti.
8. L’importanza di dire di no: Questo capitolo mi risuona particolarmente. Dire di no è fondamentale per preservare tempo ed energie per ciò che conta davvero. Non possiamo fare tutto, né accontentare tutti, e questo va accettato.
9. …E poi muori: La consapevolezza della morte è un tema ricorrente nel libro. Sapere che la vita è limitata ci spinge a concentrarci su ciò che davvero ha valore. Moriremo tutti, quindi tanto vale vivere con pienezza e autenticità.
Considerazioni personali
Leggendo La sottile arte di fare quello che c**o ti pare*, ho trovato molti spunti interessanti che rispecchiano temi comuni nei percorsi di crescita personale, ma con un approccio decisamente più diretto e anticonvenzionale. Il fallimento, ad esempio, è uno dei concetti che più mi ha colpito. L’autore ribadisce che il fallimento non è solo inevitabile, ma addirittura necessario per la nostra crescita. Nella mia esperienza personale, sono sempre stata influenzata dalla nostra cultura a vedere il fallimento come qualcosa di negativo, da evitare a tutti i costi, soprattutto per il timore del giudizio altrui. Tuttavia, negli ultimi anni, leggendo e intraprendendo un percorso di crescita personale, ho iniziato a cambiare prospettiva. Ora riesco a vedere che, anche quando si sbaglia, c’è sempre un’opportunità di apprendere e migliorarsi. Questa visione, condivisa anche da Manson, mi ha aiutato a capire quanto sia fondamentale affrontare i propri errori per scoprire ciò che davvero conta per noi.
E credo che questo cambio di prospettiva potrebbe essere una svolta anche per altre persone: imparare a non temere il fallimento e a buttarsi nelle proprie sfide con coraggio. Abbandonare la paura di sbagliare è il primo passo per iniziare davvero a vivere e crescere.
Un altro concetto con cui mi trovo molto in sintonia è l’importanza di dire di no. Viviamo in un mondo che ci spinge costantemente a fare di più, ad accumulare esperienze e a compiacere gli altri. Ma imparare a dire di no, a scegliere con cura le battaglie da combattere, è essenziale per mantenere la nostra energia e il nostro equilibrio interiore. Questo tema mi è molto caro perché credo che solo selezionando ciò che davvero ha valore per noi possiamo vivere in maniera più consapevole e serena.
Tuttavia, ci sono alcuni punti del libro su cui non mi trovo completamente allineata. Ad esempio, il capitolo in cui Manson afferma che la felicità è un problema. L’autore sostiene che inseguire la felicità possa portare solo a frustrazione, ma da una prospettiva yogica, la felicità è qualcosa che possiamo trovare dentro di noi. Non è qualcosa di esterno, da raggiungere o conquistare, ma uno stato d’essere che possiamo coltivare andando in profondità nel nostro mondo interiore. Questo percorso interiore è un viaggio di scoperta personale che ci allontana dalle aspettative e dagli stereotipi imposti dal mondo esterno.
In linea con questo, mi trovo in disaccordo anche sull’idea che “non siamo speciali”. Capisco il punto di Manson, ossia di evitare l’arroganza e l’ego, ma credo fermamente che ogni persona abbia una sua unicità. Tuttavia, questa unicità non deve essere cercata attraverso il riconoscimento esterno o i successi materiali, ma attraverso la consapevolezza di sé. È solo quando riusciamo a staccarci dalle pressioni della società e a connetterci profondamente con il nostro sé interiore che possiamo scoprire quanto siamo davvero speciali.
Un punto che invece trovo particolarmente interessante e con cui sono d’accordo è la consapevolezza della morte e della caducità della vita. Manson ci ricorda che tutti siamo destinati a morire, e che questo fatto dovrebbe spingerci a vivere in modo più autentico, senza rimandare ciò che è davvero importante per noi. Questo è un concetto che trova molto riscontro anche nello yoga. Nella tradizione yogica, la morte è vista come parte integrante del ciclo della vita e la consapevolezza della sua inevitabilità ci spinge a vivere con maggiore presenza e intensità. La meditazione sulla caducità della vita, non serve a generare paura, ma a portarci in uno stato di maggiore consapevolezza. Sapere che la nostra esistenza è temporanea ci aiuta a dare un significato più profondo al presente e ci libera dall’ossessione del controllo.
Manson, pur con il suo tono crudo e a tratti provocatorio, tocca temi che hanno una risonanza universale, e proprio questo lo rende un autore interessante. Anche se non mi trovo completamente in linea con alcune delle sue affermazioni, credo che questo libro offra spunti di riflessione preziosi per chiunque voglia esplorare la propria vita con maggiore autenticità e coraggio.
La sottile arte di fare quello che c***o ti pare è un libro che si distingue nel panorama della crescita personale grazie al suo approccio diretto e schietto. Non è un invito a essere egoisti, ma a vivere con autenticità, accettando le difficoltà e focalizzandosi su ciò che conta davvero. Se sei stanco delle classiche frasi motivazionali e cerchi un approccio più realistico, questo libro potrebbe essere quello giusto per te.
